Nuovi rischi per la salute:
I campi elettromagnetici
Autunno 1999 Anno terzo n. 2
Indice:

- Caratteristiche fisiche dei campi elettromagnetici
- Bassa frequenza: dagli elettrodotti agli elettrodomestici
- Alta frequenza: telecomunicazioni, radioTV, apparecchi industriali
- La normativa di sicurezza per i lavoratori
- Misure di prevenzione e protezione dei lavoratori
- Consigli per la sicurezza e la prevenzione
- Regole generali di buon senso
-
Normativa italiana per i campi elettromagnetici
- Bibliografia consigliata

A seguito di alcune indagini epidemiologiche svolte, e' emerso che l'esposizione a campi elettromagnetici puo' determinare rischi per la salute delle persone esposte. Accanto agli effetti acuti, legati ad esposizioni intense, cominciano a emergere possibili danni (effetti cronici), dovuti a esposizioni piu' basse, ma prolungate nel tempo. Attualmente mancano degli studi universalmente accettati dalla comunita' scientifica internazionale, e si moltiplicano invece studi spesso autorevoli ma assolutamente contraddittori

Caratteristiche fisiche dei campi elettromagnetici
La caratteristica fisica fondamentale che distingue i vari campi elettromagnetici e' la frequenza, connessa con la lunghezza d'onda e con l'energia (tanto piu' alta e' la frequenza, tanto piu' corta e' la lunghezza d'onda ed elevata l'energia associata). Qui vengono esaminati i campi a bassissima frequenza (ELF) e i quelli ad alta frequenza (radiofrequenze - RF - e microonde - MW-). Essi interagiscono con l'organismo umano attraverso meccanismi che dipendono da diversi fattori: i principali sono la frequenza, l'intensita', il tempo di esposizione e il meccanismo di azione. Per i campi ELF il meccanismo di interazione e' essenzialmente l'induzione di correnti elettriche all'interno del corpo umano, mentre per quelli ad alta frequenza il meccanismo e' l'assorbimento di energia. Gli effetti sull'organismo umano dell'esposizione cronica a questi tipi di campi elettromagnetici (ELF, RF e MW) sono ancora poco chiari.

Bassa frequenza: dagli elettrodotti agli elettrodomestici
I campi ELF sono quelli a frequenza inferiore a 300 Hz. La frequenza industriale di 50 Hz e' quella tipica della produzione, distribuzione e impiego dell'energia elettrica in Italia e in Europa. In questo caso si tratta piu' propriamente di campi elettrici e campi magnetici, poiche' essi si manifestano come agenti fisici separati. L' esposizione a campi ELF puo' verificarsi anche negli ambienti domestici, nei luoghi di lavoro e nelle scuole, ambienti in cui le persone trascorrono lunghi periodi di tempo. Le sorgenti presenti all'interno degli edifici sono il cablaggio elettrico e gli apparecchi utilizzatori (elettrodomestici e apparecchi elettrici in genere); le sorgenti esterne all'edificio sono essenzialmente le linee di distribuzione della corrente elettrica ad alta tensione e le cabine di trasformazione della corrente elettrica. Oltre agli effetti indiretti che questi campi possono avere (per esempio disturbi sul funzionamento di pace-maker), sono riscontrabili anche effetti diretti, sia acuti che cronici. Le esposizioni elevate a campi elettrici e magnetici di alta intensita' inducono stimoli del sistema nervoso che possono portare a complicazioni cardiache come l'extrasistole o la fibrillazione ventricolare. Le esposizioni di bassa intensita' ma lungo (dovute per esempio all'uso prolungato di elettrodomestici o alla vicinanza di elettrodotti o cabine di trasformazione) sono invece meno chiare, in quanto mancano ancora indagini epidemiologiche universalmente accettate. Molti studi tuttavia associano la possibile presenza di un nesso esistente tra questo tipo di esposizione e la leucemia infantile. Altri studi evidenziano una possibile correlazione con disturbi al sistema neurovegetativo, cefalee, depressione. Numerose misure effettuate all'interno di edifici costruiti in prossimita' di linee elettriche ad alta tensione hanno evidenziato livelli di campo magnetico inferiori ai limiti di legge (legge in via di ridiscussione), ma assai superiori a 0,2 microtesla (valore indicato da studi epidemiologici come limite al di sopra del quale puo' esserci rischio per la salute). L'intensita' dei campi elettrici e dei campi magnetici dipende dalla distanza dal conduttore e dalla tensione della corrente elettrica, ma mentre i campi magnetici non sono schermabili e diminuiscono velocemente all'aumentare della distanza dal conduttore, quelli elettrici sono facilmente schermabili ma diminuiscono a distanze assi superiori rispetto ai primi.

Alta frequenza: telecomunicazioni, radioTV, apparecchi industriali
I campi elettromagnetici da radiofrequenze hanno frequenza variabile da 300 KHz a 300 GHz (tra questi sono comprese le microonde). Le sorgenti sono di vario genere: processi produttivi, industriali e artigianali; attivita' domestiche; applicazioni mediche, telecomunicazioni e radiolocalizzazione. Oltre agli effetti indiretti che interessano anche in questo caso soprattutto i pace-maker, vi sono numerosi effetti diretti, di natura termica e non. Gli effetti termici causano un innalzamento della temperatura all'interno dell'organismo umano, dovuto all'assorbimento di energia elettromagnetica. Elevate o prolungate esposizioni possono portare danni localizzati agli organi piu' sensibili al calore, come il cristallino (cataratta) e i testicoli (infertilita'). Gli effetti termici si verificano di solito per campi ad intensita' piuttosto elevate e per tempi di esposizione prolungati: i piu' esposti sono per lo piu' alcune categorie di lavoratori. Gli effetti di natura non termica non sono comunemente accettati da tutta la comunita' scientifica. Gli studi compiuti, per altro di non univoca interpretazione e spesso contraddetti da altri studi altrettanto qualificati, ipotizzano connessioni tra esposizioni prolungate a campi elettromagnetici ad alta frequenza e modificazioni funzionali delle cellule (dovute alla possibile azione del campo elettrico sulla membrana cellulare ed alla conseguente alterazione dello scambio di informazioni tra le varie parti del corpo), disturbi al sistema neurovegetativo (astenia, affaticamento, impotenza, perdita della memoria), disturbi del sistema cardiovascolare, tumore cerebrale, leucemia. Gli studi effettuati interessano soprattutto i radioamatori, gli operatori delle telecomunicazioni e gli operatori radar, e sono ancora assai incerti i possibili effetti sulla popolazione, mancando delle indagini epidemiologiche accertate. Il settore delle telecomunicazioni, per altro in grande espansione, rappresenta una delle principali fonti di emissione. Le sorgenti in questo caso sono essenzialmente le antenne radiotelevisive di trasmissione e ripetizione, i ponti radio, i radar, le antenne per la telefonia cellulare, i telefoni cellulari. I livelli di esposizione misurati possono variare da pochi Volt/metro di intensita' di campo elettrico fino a decine di V/m nelle immediate vicinanze di ripetitori radiotelevisivi e di radar. Per questi ultimi e' ancora piu' difficile valutare gli effetti sulla popolazione e sugli operatori in quanto i dati tecnici sono per lo piu' coperti da segreto militare. Per quanto concerne le stazioni radio base per la telefonia cellulare si e' sufficientemente concordi in campo scientifico nel ritenere che le zone accessibili per il pubblico non comportino esposizione superiori a qualche V/m a una distanza di pochi metri dalle antenne, con un'ulteriore riduzione del campo con l'aumentare della distanza. Discorso diverso vale per i cellulari, i cui effetti di lunga durata sull'organismo umano sono oggetto di opinioni contrastanti e spesso divergenti tra gli esperti del settore. Questo soprattutto perche' le zone del corpo umano piu' a contatto con i cellulari accesi sono spesso quelle piu' a rischio: testa (cervello, occhi, ghiandole), torace (cuore), vita (apparato riproduttivo, in particolare testicoli). Buona abitudine sarebbe comunque tenere addosso il meno possibile l'apparecchio acceso e usare sempre l'auricolare. Le applicazioni industriali delle radiofrequenze e delle microonde sono numerose, e la radiazione diffusa nell'ambiente da sistemi utilizzati in questo settore sono quasi sempre non volute. Dispositivi tipici sono i generatori utilizzati nel riscaldamento induttivo per effettuare i trattamenti termici e la fusione di alcuni metalli o leghe, i generatori utilizzati nei laboratori artigiani e nell'industria nel riscaldamento dielettrico per incollare legno, per plasmare e incollare materie plastiche, per essiccare carta, tessuti, legno. Microonde di frequenza opportuna vengono usate a volte per distruggere insetti e larve in agricoltura, per pastorizzare e sterilizzare cibi confezionati, etc. Negli ambienti in cui avvengono queste particolari lavorazioni gli addetti possono essere esposti a radiazioni elettromagnetiche di intensita' considerevole.

La normativa di sicurezza per i lavoratori
Non esiste ancora oggi una normativa specifica di riferimento di tutela dei lavoratori che impiegano campi elettromagnetici, sia ad alta che a bassa frequenza. Anche in questo caso comunque va applicato il D.Lgs. 626/94 e successive modifiche. Il datore di lavoro in fase di elaborazione del documento di valutazione dei rischi deve tenere in considerazione anche quelli legati ai campi elettromagnetici. Le informazioni necessarie possono essere acquisite con l'ausilio delle indicazioni tecniche specifiche delle attrezzature o per mezzo di indagini puntuali eseguite negli ambienti di lavoro. Si attuano inoltre le norme di tutela previste dalle normative tecniche CEI n. 111-2 e 111-3 per la prevenzione degli effetti acuti, attraverso una verifica strumentale finalizzata al contenimento dei limiti di esposizione massima dei livelli di riferimento di campo elettrico e magnetico. In particolare i lavoratori che operano con sistemi di trasmissione dovrebbero osservare le procedure e le linee guida di prevenzione e sicurezza contenute nella norma IEC 60215/1989. Qualora i limiti venissero raggiunti bisogna realizzare adeguate schermature, adottare sistemi di protezione e formulare adeguate procedure di lavoro specifiche, sottoponendo a sorveglianza sanitaria i lavoratori esposti. Le norme CEI, che riportano anche dei livelli di riferimento per la popolazione (inferiori ai corrispondenti livelli per le esposizioni lavorative), non contemplano limiti per la prevenzione di effetti negativi a lungo termine che possano derivare da esposizioni prolungate anche a campi inferiori rispetto ai limiti imposti, in quanto mancano indagini epidemiologiche accertate.

Misure di prevenzione e protezione dei lavoratori
Non esistono dispositivi specifici per proteggere direttamente l'individuo. La prevenzione e la protezione deve basarsi sul contenimento dei campi elettromagnetici attraverso schermature e disiocazione in sicurezza delle sorgenti. Risulta opportuno inoltre programmare una sorveglianza che provveda alla delimitazione delle zone, all'organizzazione della sorveglianza ambientale, alla verifica periodica della strumentazione, alla formazione e informazione degli operatori, alla registrazione delle circostanze di esposizione. La protezione si realizza mediante il controllo dei tempi di esposizione, l'allontanamento dei lavoratori dalle sorgenti e l'installazione o l'adozione di adeguate barriere protettive fisse o mobili. In molti casi, poiche' il campo elettromagnetico si riduce rapidamente con l'aumentare della distanza, e' sufficiente un modesto allontanamento dalla sorgente per evitare pericolose esposizioni e per rispettare quanto meno i limiti prescritti. Per sorgenti di tipo industriale, di solito di piccole dimensioni, si realizzano schermature di campo, ove possibile direttamente attorno alla sorgente, che risultano tanto piu' efficaci quanto piu' piccole sono le dimensioni e buono il collegamento di messa a terra. Oltre a questo, in alcuni casi possono essere utilizzati utensili o accorgimenti che consentano di aumentare la distanza tra l'individuo e l'apparecchio emittente. Nel documento di valutazione dei rischi si devono individuare le possibili fonti di emissione elettromagnetiche e il rischio associato. Ciascun lavoratore sara' dunque tenuto a osservare le procedure di lavoro predisposte dal Servizio di prevenzione e protezione.

Consigli per la sicurezza e la prevenzione
- Utilizzare i dispositivi di sicurezza e conservarli in buono stato. - Utilizzare materiali schermanti e assorbenti attorno alla sorgente per ridurre alla fonte le possibili emissioni.
- Stare ad almeno 60 cm. dal videoterminale e in presenza di piu' computer ad almeno 1 m dal retro dello schermo del computer del vicino
- Durante l'attivita' lavorativa mantenersi alla maggiore distanza possibile dal dispositivo emittente, facendo uso ad esempio di attrezzi piu' lunghi o di lenti di ingrandimento.
- Verificare periodicamente lo stato di funzionamento dei dispositivi di allarme.
- Verificare che le connessioni elettriche e di trasmissione dei segnali collegate alle apparecchiatura emittenti siano in buone condizioni d'uso. Non trascurare le perdite elettromagnetiche provenienti dalle cattive connessione o dalla mancanza di involucri schermanti o dai cattivi collegamenti a terra.
- Non sostare o transitare per nessun motivo davanti ad una antenna parabola di un radar a meno di conoscerne la distanza di sicurezza
- Non sostare senza motivo nei pressi di un dispositivo elettrico con caratteristiche di potenziale fonte emittente.
- Non transitare di frequente e/o senza motivo attraverso ambienti in cui sia segnalata presenza di campi elettromagnetici, quando si possano scegliere percorsi alternativi.
- Nell'organizzazione del lavoro verificare che le postazioni di lavoro a lunga permanenza siano sufficientemente lontane dalle potenziali sorgenti di campo.
Regole generali di buon senso
- Rispettare le indicazioni riportate sulla segnaletica affissa.
- Mantenersi a distanza dagli oggetti o dalle apparecchiatura elettriche in funzione.
- Non toccare e non avvicinare troppo la testa ad apparecchi elettrici non noti.
- Non mantenere inutilmente in funzione apparecchiatura elettriche se non se ne ha necessita' o diretta utilita' Mantenere in buona efficienza le sicurezze, i collegamenti elettrici, i cavi di alimentazione e di messa a terra.
- Fare attenzione alle possibili interferenze del cellulare con altri apparecchi elettrici.
Normativa italiana per i campi elettromagnetici
- Elettrodotti e cabine di trasformazione (50 Hz) Dpcm 23/4/92
- Limiti di esposizione per la popolazione Dpcm 28/9/95
- Radiofrequenze e microonde Dm Ambiente n. 381 10/09198
- Prevenzione del rischio onde elettromagnetiche D.L.vo n 626/94
- Limiti di esposizione dei lavoratori Norme tecniche CEI ENV 50166-1 n. 111 -2 e CEI ENV 50166-2 N. 111-3
- Sorveglianza sanitaria dei lavoratori Dpr n.303/56 art. 22, 33, 34, 35; Dpr n. 336 del 13.04.94; Dpr n. 146 del 515/75
Bibliografia consigliata:
- P. Bevitori, L'inquinamento elettromagnetico, Cuen Srl, Napoli 1997 - AA.VV. Elettrosmog: inquinamento e interferenze elettromagnetiche che fare?, Nel supplemento Dossier Ambiente n° 46 marzo 1999, Milano.
- Materiale distribuito al corso 150 per Rls Cgil Cisl Uil Milano, 15-16 aprile 1999, Milano da D. Gianforma, S. Orsini, T. Terrana.
- T. Terrana, Il giudizio di idoneita' a lavoro specifico per gli esposti a rischio da onde elettromagnetiche a radiofrequenze, articolo dell'autore - Clinica del - Lavoro "L. Devoto", Icp, Dipartimento di medicina del lavoro, Universita' degli Studi di Milano.
- P. Bevitori, Inquinamento elettromagnetico indoor, in ARS n' 61 maggio/giugno 1998, Padova
scrivi alla redazione del sito